Il Cranio del Dittatore


Hitler suicida, realtà o finzione? Secondo le ultime analisi sul cranio del dittatore, svolte da ricercatori francesi e coordinate dal professor Philippe Charlier, non sembrerebbero esserci dubbi. Il Fuhrer morì suicida, tesi che conferma una volta di più la versione ufficiale per cui Hitler, una volta realizzato di essere in trappola, si sarebbe sparato un colpo in testa nel suo bunker di Berlino dopo aver ingerito una fiala di cianuro (gesto che imitò la moglie Eva Braun).

Il fantomatico mito sulla sua presunta fuga in Argentina è alimentato dal fatto che il cadavere del dittatore non fu mai ritrovato, anche se questa affermazione non è del tutto corretta. Infatti quando l'Armata Rossa arrivò a Berlino, il 4 maggio, trovando i resti di Hitler, morto cinque giorni prima, da sua volontà, bruciati nel giardino della Cancelleria del Reich. In un secondo momento furono trasferiti a Magdeburgo in un luogo segreto su ordine di Stalin, e infine nel 1970 il Kgb sovietico decise di riesumare i resti, cremarli e disperderne le ceneri per evitare qualsiasi tipo di deriva neonazista.

Ma allora da dove trae origine la tesi del suicidio? Durante il sopralluogo dei sovietici nel bunker venne rinvenuto anche parte del cranio e della dentatura, resistita all'incendio dei resti nel giardino della cancelleria, che oltre a qualche "defezione odontoiatrica" del Fuhrer, mise in luce la tesi del suicidio. In effetti lo studio coordinato dal dottor Philippe Charlier mostra un foro sul lato sinistro del cranio, causato con ogni probabilità dal passaggio di un proiettile, mentre l'esame dei denti non ha evidenziato tracce di polvere, il che esclude l'ipotesi di un colpo di pistola in bocca, mentre è probabile che si sparò alla fronte. La tesi del suicidio è peraltro sostenuta da depositi bluastri presenti sui suoi denti, segno dell'avvelenamento, in particolare della reazione chimica del cianuro a contatto con il metallo delle protesi.

 

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