Un rifugio trasformatosi in una fossa comune

21 soldati tedeschi immortalati nei loro ultimi istanti esistenziali.

È il risultato di una scoperta casuale che 100 anni dopo quel tragico evento (correva l'anno 1918), ci restituisce, attraverso un racconto incredibile, il destino beffardo vissuto da 34 soldati tedeschi, sepolti vivi nel loro rifugio sotterraneo in seguito allo scoppio di una granata. Un colpo fatale che provoca il crollo del tunnel sottostante e la morte inevitabile dei militari presenti. 13 vengono subito recuperati, gli altri 21 sono rimasti sepolti per l'eccessivo pericolo di un recupero.  Così i loro corpi sono venuti alla luce a quasi un secolo di distanza, durante i lavori di scavo per un progetto di costruzione di strade nella Francia orientale.

Particolarità della scoperta, nella tragica fatalità, è stato imbattersi nei soldati intenti nelle loro ultime azioni di vita. Chi seduto su una panchina, chi sdraiato nel suo letto. Un rifugio, trasformatosi in un istante, in una vera e propria fossa comune. La modalità del ritrovamento ha suscitato paragoni naturali e fin troppo evidenti con la scena di Pompei.

Tanti anche gli effetti personali e d'affezione rinvenuti accanto ai corpi, tra stivali, elmi, portafogli, bottiglie di vino, libri. Oggetti che hanno mantenuto un ottimo stato di conservazione poichè al riparo totale da aria, acqua e luci, sparsi nei meandri di un tunnel lungo 300 metri e profondo 18 piedi, nei pressi di Carspach, in Alsazia. Talmente in ottimo stato da permettere, ad esempio, di poter leggere ancora distintamente alcune pagine di giornale. Oggetti e utensili che, una volta recuperati, sono stati puliti e portati in laboratorio per l'analisi. 

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