Vademecum per Cultura Armiera: La Fotografia

APPUNTI DI CULTURA ARMIERA, COME FOTOGRAFARE UN'ARMA PER UNA AGEVOLE IDENTIFICAZIONE e CATALOGAZIONE A DISTANZA (“SMART WORKING”).

A cura di Domenico Calesso, Albo dei Periti presso il Tribunale di Gorizia - Sezione Balistica - Specializzazione Armi e Munizioni Ruolo dei Periti ed Esperti C.C.I.A.A. Venezia Giulia n. 619 - Sub. Cat. Armi e Munizioni
Abilitaz. armaiolo riparatore ex art. 8 l. 110/75

Capita spesso che mi vengano inviate foto di armi accompagnate da una richiesta di identificazione, per un semplice parere, una valutazione, o anche in talune circostanze da parte delle FF.OO. per acquisire sommarie informazioni.

Purtroppo, molte volte, arrivano fotografie che per come sono scattate rendono tale compito veramente difficile.

Pertanto ho ritenuto opportuno stilare un elenco di alcune regole di base da seguire per fotografare correttamente un'arma agevolando il compito di chi dovrà identificarla.
Non si tratta di un manuale di “fotografia artistica” su come far risaltare, in studio, le venature di una pregiata calciatura in legno o la brunitura di un fusto o di un carrello, con l'uso di costose attrezzature professionali, né di un manuale di tecniche di repertamento e rilievo fotografico da “scena del crimine” (che lascio, giustamente e volentieri, agli esperti del ramo), ma di una serie di raccomandazioni per ottenere un buon risultato con semplici strumenti di uso quotidiano.
Parto infatti dal presupposto che, generalmente, ci si trovi a fotografare utilizzando un telefono cellulare, che per praticità e diffusione è lo strumento ideale per condividere in tempo reale certe informazioni.
Aggiungiamo che spesso ci si trova a dover scattare in condizioni ambientali non favorevoli, ovvero in ambienti chiusi e poco luminosi, quali una soffitta o una cantina, per esempio in occasione di un rinvenimento casuale.

Ciò detto, la prima raccomandazione riguarda la messa a fuoco.

Potrà sembrare banale, ma posso assicurarvi che almeno la metà delle foto che vedo non sono mai perfettamente a fuoco (in alcuni casi addirittura molto sfuocate), il che spesso è dovuto alle impostazioni della fotocamera, che specialmente in condizioni di scarsa illuminazione non riesce a regolare il fuoco direttamente sul soggetto. Inoltre, utilizzando tempi di esposizione più lunghi per compensare la poca luce, anche un piccolo movimento durante lo scatto compromette la corretta messa a fuoco, per cui mantenere saldo il telefono durante lo scatto rimane fondamentale.

(Una raccomandazione a chi soffre di presbiopìa: questa condizione porta ad allontanare dagli occhi gli oggetti vicini; può capitare perciò che una inquadratura già perfettamente a fuoco per l'obiettivo della fotocamera appaia sfuocata al fotografo presbite, che allontanando da sé il telefono per vedere meglio l'immagine sullo schermo, avvicinerà l'obiettivo al soggetto col risultato che la foto sarà sfuocata benché sullo schermo risulti ancora nitida. Utilizzate gli occhiali, o in mancanza, fate affidamento alla messa a fuoco automatica senza spostare l'obiettivo).

Alcuni esempi:

Esempio di foto totalmente fuori fuoco:

Nella prima foto partendo da sinistra si distingue la sagoma di una Beretta serie 70, ma non è possibile identificare né il calibro, né di conseguenza, il modello specifico. Nell'altra foto nonostante la foto risulti meno mossa della precedente consentendoci di identificare facilmente la sagoma della Beretta 70, non si riesce a distinguere nessun altro particolare utile (n. di matricola, marchi, dettagli, etc.)

La stessa Beretta degli esempi precedenti fotografata correttamente: tutti i particolari necessari alla identificazione sono evidenti. La seconda considerazione riguarda l'illuminazione che deve essere adeguata. Non sempre il flash è necessario, soprattutto da distanza ravvicinata, in quanto i riflessi possono coprire importanti particolari (n. di matricola, etc.) o generare ombre altrettanto fastidiose che rendono difficile decifrare alcuni dettagli dell'immagine.

Evitare sempre di interporsi tra la sorgente luminosa e il soggetto da inquadrare, ricercando la migliore angolazione possibile.

Esempio di foto troppo scure

Si distingue la sagoma di un'arma corta ma l'illuminazione non è sufficiente a consentirne una immediata e certa identificazione. Nella foto accanto l'illuminazione non è corretta: nonostante l'uso di un sfondo chiaro, il fotografo si è interposto tra la sorgente luminosa e l'arma, generando delle ombre e togliendo luce al soggetto, per cui non sono distinguibili i particolari.
Un consiglio è quello di adoperare uno sfondo chiaro ed uniforme, servendosi di un lenzuolo, un asciugamano, un cartone, uno o più fogli di carta, etc.

La tonalità scura e la trama non uniforme dello sfondo, unitamente alla distanza dal soggetto da identificare, rendono difficile distinguere i particolari. Il telo scuro su cui è adagiata la carabina impedisce di cogliere alcuni dettagli.

Esempio di foto corretta:

Lo sfondo, l'illuminazione e la messa a fuoco sono giusti e l'arma è inquadrata per intero.

Le foto devono essere prese ad una distanza adeguata, con una angolazione il più possibile perpendicolare riprendendo l'arma per intero. L'arma deve riempire l'inquadratura senza tagli. Naturalmente, l'arma va fotografata da entrambi i lati.

Alcuni esempi di errori comuni da evitare:

In queste due foto di esempio sono concentrati diversi errori di composizione: in entrambe il soggetto principale (l'arma) anche se ben centrato all'interno dell'inquadratura è troppo distante e risulta molto piccolo per poterlo esaminare agevolmente.
Nella foto a sx, nonostante il foglio bianco che dovrebbe fungere da sfondo, la foto risulta comunque scura. Nella foto a dx, pur utilizzando uno sfondo neutro, campeggia in maniera predominante il riflesso del flash.

Ottima norma è quella di posizionare dei riferimenti per valutare le dimensioni reali dell'arma.

L'ideale sarebbe utilizzare una striscetta metrica, un metro o un righello; in assenza di questi strumenti è sufficiente usare un oggetto di uso comune col quale si possano confrontare le dimensioni dell'arma; p.es un accendino, una banconota, un evidenziatore, un pacchetto di sigarette, le chiavi dell'auto, avendo cura di posizionarlo sullo stesso piano dell'arma messa a confronto.

Alcuni esempi di foto corrette con riferimenti dimensionali “improvvisati”

 
Oltre a fotografare l'arma per intero, da entrambi i lati, può risultare molto utile fotografare alcuni particolari, principalmente: il numero di matricola, i punzoni, i marchi, e anche ogni eventuale “segno particolare” (incisioni, segni di riparazioni, abrasioni, danni, etc.)
Molto utili ed apprezzati anche altri dettagli, tra cui “bocca” e “vivo di volata” (estremità terminale della canna da cui viene espulso il proiettile), dei meccanismi di chiusura e/o di caricamento.
 

Lo stesso vale per l'eventuale munizionamento, di cui è essenziale riportare misure il più possibile precise - date le dimensioni sarebbe ideale utilizzare un calibro, in mancanza del quale è auspicabile almeno un righello o della carta millimetrata o quadrettata (nota: un solo millimetro può rappresentare una differenza enorme!) ma soprattutto, una foto chiara e nitida del fondello del bossolo, che consente di ottenere immediatamente una serie di informazioni utili.*

*(Dei bossoli e della loro misurazione riparleremo prossimamente in un apposito approfondimento)

NOTA: Lungi dalle mie intenzioni spingere o sollecitare alcuno a maneggiare munizioni o armi di qualsiasi genere, senza valido titolo di P.S. e senza la necessaria competenza.

Questo piccolo vademecum vuole semplicemente offrire dei consigli di natura pratica a quanti, per particolari esigenze scientifiche o professionali, si trovino nella situazione di richiedere “consulenze tecniche” in materia di armi che necessitano di una pronta “identificazione a distanza”, mediante l'invio di foto attraverso servizi di messaggistica.

Ricordo e sottolineo l'importanza della conoscenza e del rispetto della normativa vigente in materia di armi, dell'impiego in totale sicurezza di tutte le armi, munizioni e strumenti di tiro.

Giova anzi, a tal proposito, richiamare la normativa vigente in materia di "rinvenimento di armi".
Benché l'art. 20, comma 5, della L. n. 110/1975 disponga che “chiunque rinvenga un’arma o parti di essa è tenuto ad effettuarne immediatamente il deposito presso l’ufficio locale di P.S. o, in mancanza, presso il più vicino comando dei Carabinieri che ne rilasciano apposita ricevuta”, è bene tenere presente che le armi non vanno assolutamente spostate, rimosse o portate altrove, anche se le Forze dell’Ordine al telefono dovessero indicare di portarle da loro: in primis perché chi le rinviene potrebbe non avere titolo al trasporto di armi, ed inoltre perchè le armi rinvenute potrebbero essere clandestine, alterate, da guerra, oppure essere state utilizzate per commettere un reato.

Pertanto si rende necessario attendere sul posto l'arrivo del personale di P.S. che provvederà a trasportare e custodire l'arma rinvenuta, dopo aver redatto apposito verbale.

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