Le Fiamme Nere nella Grande Guerra: una rapida comparsa

Arma del Regio Esercito nella parte finale della Prima Guerra Mondiale, il corpo speciale delle Fiamme Nere "vive" solo quattro anni effettivi (1917-1920), pur mantenendo sempre un ruolo chiave negli equilibri dell'assetto militare dei contingenti italiani al fronte, e con prerogative d'assalto molto ben definite e comunque votate all'offensiva.

I primi nuclei di reparti d'assalto dipendenti dai corpi d'armata nascono e si addestrano a Manzano (Udine), uno dei primi campi d'addestramento ed il più famoso. Il loro impiego durante la guerra è all'insegna del sacrificio, finalizzato per lo più alla conquista delle linee nemiche. Non a caso per il ruolo vengono designati i soldati più temerari. Nel 1917 il massacro e la staticità della vita di trincea porta a tentare nuove soluzioni strategiche, e si arriva così alla sperimentazione di un'unità appositamente costituita di Arditi, presso la 48ª Divisione dell'VIII Corpo d'armata.

La nascita ufficiale avviene il 29 luglio 1917, sottoscritta da Vittorio Emanuele lll, e porta con sé abbigliamento e addestramento differenziato. La fama del neonato reparto aumenta rapidamente in occasione della disfatta di Caporetto, dopo cui viene decisa la riorganizzazione della specialità. Tra le gesta impresse, agli Arditi viene attribuito il merito dello sfondamento della Linea del Piave che permette nel novembre del 1918 la vittoria finale sugli eserciti austroungarici, mentre nel marzo 1919, a guerra terminata, partecipano alle operazioni di polizia coloniale insieme ad altre due divisioni ordinarie. Gli Arditi danno poi un sostegno importante alla d'annunziana "conquista fiumana".

L'armamento distintivo della specialità consta in un moschetto modello 1891 da cavalleria, completo di baionetta a spiedo pieghevole, fissata all'estremità della canna, ma per il ruolo di incursori è il pugnale l'arma più caratteristica in dotazione, adatto al corpo a corpo nelle trincee e nei camminamenti. Estremamente utile negli affondi anche le bombe a mano e i petardi

Chiaramente questa breve storia non include quei reparti d'assalto già presenti nei reggimenti i cosiddetti arditi reggimentali (così definiti per differenziarli dai reparti d'assalto dipendenti dai corpi d'armata).
Per approfondire la storia di questi reparti ---> Riccardo Ravizza, Da artigliere ad ardito, Varese, 2019.

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