Oggi sono cominciati i corsi: una cartolina racconta l'inizio dell'Università Castrense
Dall'Università Castrense, San Giorgio di Nogaro, 14 febbraio 916
Carissimi, come vi ho detto ieri c'è stata l'inaugurazione ed oggi sono cominciati i corsi regolari con orario e disciplina ferrei. Ci sono in media 6-8 ore di lezione al giorno, 45 in totale alla settimana perchè è occupata anche la domenica. E tra una lezione e l'altra c'è da sgambettare parecchio per arrivare a tempo.
Stamane ho ritirato dalla lavandaia una camicia, un paio di calze, un asciugamani e tre fazzoletti per 40 cm lavati e stirati bene. Stasera tornerò a scrivere al prof Toppi mandandogli l'orario dettagliato. Qui al solito tempo splendido e salute ottima, ricevo puntualmente ogni sera alla mensa una vostra cartolina e ciò mi basta a tirare avanti.
Ieri domenica sono andato alla messa appositamente per la mamma che me l'aveva raccomandato. Vi mando tanti baci caldissimi. Vostro Mario.
San Giorgio di Nogaro e l’Università Castrense nella Grande Guerra
All’inizio della Prima Guerra Mondiale, San Giorgio di Nogaro, snodo strategico nella bassa pianura friulana, divenne rapidamente un centro militare di primo piano. Con la sua stazione ferroviaria sulla linea Trieste-Venezia e la vicinanza al confine austro-ungarico, il paese fu trasformato in un punto chiave per il deposito di rifornimenti militari e l’accoglienza di soldati feriti, arrivando a ospitare numerosi ospedali e strutture sanitarie improvvisate.
Nel 1916, in risposta alla carenza di medici al fronte, nacque l’Università Castrense, una Scuola Medica da campo pensata per formare rapidamente giovani studenti di medicina già iscritti agli ultimi anni di corso. Dopo un lungo dibattito tra il Comando Supremo e il Parlamento, fu il generale Luigi Cadorna a spingere affinché la scuola venisse fondata proprio a San Giorgio. Il 13 febbraio 1916 si tenne l’inaugurazione ufficiale, un evento solenne che vide la partecipazione di autorità militari, Croce Rossa, accademici e nobili, tra cui i Duchi d’Aosta.
In questo contesto si colloca questa cartolina scritta proprio nei giorni dell’inaugurazione da uno degli studenti, Mario, che racconta in prima persona l’atmosfera dei primi giorni. Con tono affettuoso e pratico, descrive le lunghe giornate di studio, la ferrea disciplina dell’orario accademico (con lezioni persino la domenica), le difficoltà logistiche quotidiane e il conforto ricevuto dalle lettere di casa. La cartolina, riportata integralmente nella parte iniziale dell’articolo, è un documento raro e autentico, capace di restituire l’umanità nascosta dietro l’eccezionalità dell’evento.
Mario scrive:
“Carissimi, come vi ho detto ieri c'è stata l'inaugurazione ed oggi sono cominciati i corsi regolari con orario e disciplina ferrei […] Qui al solito tempo splendido e salute ottima, ricevo puntualmente ogni sera alla mensa una vostra cartolina e ciò mi basta a tirare avanti […] Vi mando tanti baci caldissimi. Vostro Mario.”
Le lezioni iniziarono il 14 febbraio (data della cartolina), giorno successivo all’inaugurazione, in ambienti di fortuna come baracche di legno e locali requisiti. La sede della segreteria fu collocata nel municipio. Agli studenti era richiesto rigore accademico, ma veniva anche offerta la possibilità di una formazione pratica grazie agli ospedali militari attivati nella zona, tra cui uno già operativo dall’agosto 1915.
Con l’avanzare del conflitto, l’università continuò per un altro anno, ma dovette affrontare problemi organizzativi legati all’emergenza bellica. Dopo la disfatta di Caporetto e la devastazione del paese, l’Università Castrense fu infine chiusa nella primavera del 1918.
La cartolina di Mario, semplice e sincera, rappresenta oggi una piccola grande finestra sul passato: un ricordo tangibile di un periodo in cui giovani studenti, in uniforme grigioverde, imparavano a curare mentre intorno a loro infuriava la guerra.