La brigata "C" poi denominata "Potenza", è nata dalla fusione di elementi di preesistenti brigate: la "Forlì", la "Macerata" ed un certo numero di militari provenienti dai convalescenziari e dai servizi, il 272a; la "Macerata", la "Volturno" e la "Sele", il 273°. Queste veterane del Carso e del Monte Nero, degli Altopiani e delle Dolomiti le hanno dato vita, dal 12 al 15 luglio, al Medio Stol ed a Sedula (64a divisione). Dal 7 all'8 agosto, la brigata si trasferisce nella zona Brischis, Bottenicco (ovest di Cividale) ove continua ad organizzarsi. Il 21, dalla zona di Janich, San Nicolò, Castel del Monte, Molino di Klinak e Melina, da dove, il 23, si sposta sulla riva sinistra dell'Isonzo, con il 272° sulla sinistra del torrente Avscek e con il 271° ed il 273° sulla destra. La battaglia della Bainsizza è in pieno svolgimento. Il 24 alla "Potenza" è affidato il compito di procedere vigorosamente con due reggimenti e con un battaglione del 19° fanteria, posto temporaneamente alla sua dipendenza, all'occupazione del costone Veliki Na Gradu, Leupa, q. 206 (fondo valle Avscek). Prendono parte all'operazione il 271°, il 273° ed il I/19°; sulla sinistra dell'Avscek rimane in riserva il 272°. Per la nostra pressione, il nemico abbandona le trincee e si ritira sopra una linea da tempo predisposta, Koprivsce, Kal, Okrogio. A tale linea tendono i riparti attaccanti ed il 273°, il III/271° ed il I/19° avanzano fin quasi a Koprivsce, ma l'oscurità della notte e le difficoltà del terreno intricato e sconosciuto, consigliano di aspettare l'alba. Il 272° ed il I e II/271°, rimasti sulle pendici occidentali del costone Veliki, Na Grada - Lenpa, sono a disposizione del comando del XVI corpo d'armata. All'alba del 25 agosto, l'intera brigata dovrebbe avanzare sul Veliki Vrh e verso il margine occidentale del vallone di Chiapovano, ma la situazione non lo consente non essendosi ancora raggiunti gli obbiettivi di Kal e di Okroglo, basi di partenza per la nuova azione e non avendo i riparti dislocati a Vhr, Na Gradu e sul costone di Leupa raggiunta la brigata. Ripresa più tardi l'operazione interrotta, il I/273° per Hum di dirige su Kal, il II/273°, seguendo il fianco orientale del costone di Breg, su Koprivsce e q. 649, il I/19° da Zabrdo punta verso Okroglo, il III/273° è in riserva. Nuclei nemici appostati nella boscaglia verso q. 814 non permettono un'azione sollecita ed ostacolano, con tiri di mitragliatrici, i movimenti delle truppe. Non appena il I/273° giunge sul ciglio del costone di Kal è contrattaccato; il combattimento è violento, ma i fanti, sprezzanti di ogni pericolo, resistono sulle posizioni riuscendo, dopo una breve sosta, ad infrangere la resistenza avversaria. Il II/273° ricaccia gli Austriaci da Koprivsce e da q. 649, il I/19° che si porta sotto Okroglo, per la difesa opposta, non riesce ad impossessarsene. Il 271° ed il 272°, ritornati alla dipendenza della brigata, nella stessa giornata del 25 raggiungono l'occupazione del 273°. Riorganazzatisi, i riparti del 271° sostituiscono il 273° che passa in riserva di brigata, mentre il 272° attacca q. 936, a nord di Koren e q. 981, a sud della medesima località, per appoggiare l'azione del XXVII corpo d'armata che agisce sulla linea Mesujak - Hoje. Il I/272° muove risolutamente, ma il fuoco falciante di mitragliatrici appostate a Dol Hal ostacola e rende lento il suo movimento. Al calar della notte, il 272° ha occupato e tiene saldamente la fronte Breg, S. Tomaz, mulattiera di q. 700. Nessun altro progresso è stato possibile, essendo Kal ancora in possesso del nemico. Questo, però, minacciato da ogni parte, nella nottata, inizia un violento tiro su q. 814 e, con granate incendiarie, sulle case di Hum, poi, profittando del chiarore dell'incendio attacca la linea del II/272° che lo respinge prontamente. Nelle prime ore del 26 vengono riprese le operazioni, il 271°, noncurante della difesa avversaria, raggiunge ed oltrepassa Kal, ove cattura prigionieri e materiali. La reazione, in questo momento, si fa violenta, i nostri, dopo alterna vicenda, sono costretti a ripiegare sul costone di Breg. Il 272° si dirige su Lipiea Cvetrez (q. 931) per alleggerire la pressione ivi manifestatasi con furiosi contrattacchi, nel punto di saldatura tra il 272° ed il 271°. I riparti sono duramente provati, ma, con titanico sforzo, arrestano il nemico. Il 273° mette a disposizione del 271°, che trovasi in critica situazione, il I battaglione. Attacchi e contrattacchi si susseguono violenti e con magnifico slancio. A sera la "Potenza" occupa la linea di Koprivsce, punto d'incontro della q. 650 con la strada che conduce a Kal, pendici di q. 814, pianoro della stessa quota. Il 27, il nemico, con fuoco di sbarramento e di interdizione e con violente puntate offensive, paralizza le slancio della brigata. Dopo una cruenta lotta riesce a oltrepassare la cresta di q. 814 ma, sotto l'azione della nostra fucileria e dell'artiglieria è costretto a ripiegare, inseguito dal 271°. Nella stessa giornata il I/19° riesce ad avanzare nei pressi di Okroglo, ma, preso alle spalle, è costretto a cedere alquanto. Il 272°, malgrado la tenace resitenza avversaria, riesce a progredire di un centinaio di metri verso il costone di Kal, Gravi e dolorose le perdite, specialmente in ufficiali, dei quali alcuni riparti sono rimasti privi quasi completamente. Nel pomeriggio, con rinnovata energia, attacca Koren, sostenuto da un battaglione del 144° fanteria e da due compagnie mitragliatrici di brigata, ma non guadagna che qualche breve tratto di terreno. Le operzioni continuano nei giorni 29, 30 e 31 ma senza tangibili risultati. La difesa è strenna, con fuoco violento viene paralizzato ogni nostro tentativo. Nella notte sul 1° settembre la brigata, sostituita dalla "Lambro", si trasferisce a Vherolje (13a divisione). Le perdite di 75 ufficiali e di 1436 nomini di truppa, sono la prova di tanto eroismo. Il 4 settembre, la brigata si trasferisce a Dolegnano (53a divisione) ove i riparti si preparano per nuove lotte. Il 23 ottobre, da Facdis, ove si era trasferita il giorno 4, per effetto della critica situazione che si va delineando sulla fronte della 2a armata, la "Potenza" si disloca con il 271° al Medio Stol, il 272° tra Sedula, Podbela e Stanovisce, il 273° tra Borgogna e Long (34a divisione). Precipitano gli eventi, il 272° sbarra la valle del Natisone alla stretta di Staro - Selo fra S. Volario Vhr e Na Gradu; il 273° prende posizione sul costone a destra di Buriana a Sbarramento della rotabile di Creda; il 271°, con 2 battaglioni, sbarra la rotabile di Monte Stol alla sella di q. 1450, mentre il suo III battaglione viene lasciato in riserva nel Medio Stol per impedire eventuali infiltrazioni lungo le pendici dello Stol. Mentre il 272° è in marcia per la stretta di S. Volario - Robie, questa viene occupata dall'avversario, si che il reggimento si schiera indugio con un battaglione sul costone di Potoki, tenendo la sinistra alla rotabile, con un altro sull'altura si S. Volario; il terzo è in riserva. Nella notte, per completare lo sbarramento della Valle del Natisone, il 273° invia un battaglione sull'altura isolata posta sulla sinistra del Natisone e dell'altura di S. Volario ed un altro verso la stretta di Robie. L'abnegazione, il valore ed i sacrifici della brigata in questa giornata rifulgono in tutta la loro pienezza per l'eroica resistenza a M. Stol ed allo sbarramento di Robie. Attaccata da truppe soverchianti e munite di ogni mezzo di offesa, resiste, calma e fredda sotto il fuoco, pronta e risoluta al contrattacco, manifestando la tenace volontà di non cedere un palmo di terreno. La pressione nemica si fa sentire sempre di più, il 271°, disimpegnatosi dai riparti austriaci, raggunge Platischis: il ripiegamento del 273° sul Monte Mia è contrastato dal violento fuoco e reso ancor più difficile dalla ripidità dei roccioni, unica via di ritirata. Alla fine della giornata i gregari del 273° e II/272° sono ridotti ad un numero esiguo; i rimanenti battaglioni del 272° ripiegano su Sedula, lentamente, dopo aver arginato l'irruzione nemica che tentava soppraffarli ed accerchiarli. Nella notte sul 26, il 272° occupa la linea q. 961, Monte Carnizza, il 273° Monte Carnizza, Velikaglada, il 271° Monte Stampa per la difesa della Bocchetta. La brigata non ha che un compito: resistere fino alla morte sulle posizioni. Per tutta la giornata del 27 si combatte furiosamente. Tiene la posizione fino al giorno 29 quando, per una falla apertasi nel settore di Canibola, ripiega su S. Tommaso, per occupare la seconda linea della 34a divisione, S. Giorgio, S. Tommaso, S. Daniele. Il 31, difende, contro la schiacciante superiorità avversaria, la collina di Dignano e sventato ogni tentativo austriaco per raggiungere il Tagliamento, a notte, quando ogni resistenza è inutile e non più possibile, passa il fiume al ponte di Pinzano ed accantona a Forgaria. Dopo ulteriori spostamenti attraverso la pianura veneta, la "Potenza" portata a due reggimenti (271° e 272°), sosta tra Brugine, Campagnola, Polverara, S. Fidenzio (53a divisione) ove, si dedica ad una costante, intesa preparazione morale e materiale.
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Il nuovo anno trova la "Potenza" in piena efficenza. Nei giorni 4 e 5 febbraio, i reggimenti si traferiscono fra Rovarè e Monastier; il 271° in riserva divisionale, il 272° di corpo d'armata. Nella notte dal 15 al 16, la brigata entra in linea sul Piave, sostituendo, col 271°, il 221°. I reggimenti si alternano nel presidio della linea avversaria. Rilevata dalla "Ferrara", si accantona tra Speronello e S. Maria e dopo un pericolo di riposo, il 15 giugno, occupa la linea difensiva Pero, Rovarè, Isolella, (45a divisione) ove coglie nuovi allori. Sul basso Piave, il nemico, protetto da tiri a proietti fumogeni, riesce all'alba a passare il fiume tra Candelù e Musile, ma è fermato nella prima fascia si resistenza; nel tardo pomeriggio però, con poderosi e rinnovati attacchi, costringe i nostri ad arrestare la difesa nei tratti Candelù, strada di Ponte di Piave, Zenson, Fossalta. Per la situazione creatasi, la brigata viene inviata a sostegno della "Cosenza" e della "Sesia". Nella notte sul 16, il I e III/271°, con i superstiti del 244° e con il XII battaglione bersaglieri, sono in linea nel tratto: Cimitero di S. Andrea di Barbarano, abitato di La Fossa, caposaldo Gaetano, argine si S. Marco, i Casoni; il I/271° opera su Fagarè distaccato dal reggimento. Il 272°, disimpegnato dal presidio dei capisaldi, è riunito a Cavriè. Nelle prime ore di detto giorno, il II/271° sferra un decisivo contrattacco delle località Casoni verso il tratto antistante l'argine regio, fra C. Ninni, q. 6 e C. la Salute; benchè fatto segno a fuoco di fronte e di fianco, malgrado la stanchezza, dovuta alla lunga marcia di trasferimento compiuta nella notte, alla deficienza di munizioni ed alla mancanza di qualsiasi appoggio sull'ala destra, riesce ad avanzare oltre l'argine di S. Marco. Il nemico, riavutosi dalla sorpresa, forte del suo numero e con sempre crescente potenza di fuoco, costringe dopo accanita lotta, i riparti a sostare ed a ripiegare gradatamente. Il III/271° in linea dal Cimitero di S. Andrea di Barbarano all'abitato di La Fossa, dopo strenan difesa, è accerchiato. Per prevenire il completo aggiramento sulla sinistra, le truppe schierate a sud del caposaldo Gaetano, ripiegano sulla linea degli sbarramenti (C. Moretto, Canale Zero, Canale La Fossa). Per tutta la giornata il nemico preme sull'argine di S. Marco, tratto più avanzato di tutta la linea di Fogarè - Zenson, per superarlo, ma i difensori non cedono. Otto contrattacchi, condotti successivamente con tenacia ed abbondanza di mezzi, sono arrestati dai superstiti della "Cosenza" e del 271°, decisi a lottare fino alla morte. Il 272°, formate due colonne d'attacco, dirige la prima sul caposaldo Pasqualini per rioccuparlo, la seconda su S. Bartolomeo, per scacciare il nemico dall'argine regio. Per la tenacia dei nuclei avversari, asserragliati nelle case e negli elementi di trincea ancora intatti, il II/272°, sopo lievi progressi, ripiega su C. Pasqualini, mentre il III riesce a progredire di qualche centinaio di metri verso l'argine regio. Nella giornata del 17, il 271°, dopo aver paralizzato, nelle prime ore del mattino, un potente attacco, nel pomeriggio sostiene la pressione avveraria, avendo il 47° fanteria ripiegato per sfuggire all'accerchiamento. Il 271°, raccolti i difensori del caposaldo Gaetano e dell'argine si S. Marco, prosegue fino al bivio di q. 8 ove, annientato un riparto nemico che aveva occupato il ponte in muratura, si dispone lungo il canale di Zenson e lungo il pendio di q. 8. Colonne nemiche ne tentano l'accerchiamento da est e da ovest. L'accentuarsi dell'infiltrazioni alle ali e la minaccia sull'unica via di ritirata per il glorioso presidio, decidono il comandante al ripiegamento su Bosco. Quivi giunto e trovate altre truppe per la difesa, ripiega su C. Niuni, presso Spinosola, ove occupa il fosso omonimo. Il II/272° muove all'attacco di Saletto per ricacciare alcune pattuglie nemiche ma queste, rafforzatesi nelle case, resistono al oltranza. Nel pomeriggio due battaglioni del 27° giunti a C. Pasqualini tentano l'occupazione della linea Cà Pasqualini - S. Daimo, ma senza risultato. Il 18, mentre il 271° ed i resti del battaglione complementare di brigata si riorganizzano a Cavriè, il 272° tiene testa al nemico nelle posizioni di Cà Pasqualini. Nel pomeriggio, gli Austriaci pronunziano un irruente attacco che si estende man mano, con violenza sempre crescente, su tutto il settore. Sulla sinistra la situazione si fa critica; il molino Vecchio è completamente circondato e pattuglie si infiltrano sulla destra di molino Nuovo, mentre la lotta si intensifica a C. Pastori. Tutti in una splendida fraternità di spirito, fucilieri, bergaglieri, mitraglieri infrangono le ondate avversarie con ripetuti assalti alla baionetta. Il caposaldo C. Pasqualini, dopo eroica resistenza cede, ed i riparti, sempre combattendo, si portano sulla linea: caposaldo le Crosere, caposaldo di Villanova. Per allentare la stretta avversaria il II/272° attacca risolutamente in direzione di C. Marinella e C. del Bosco, ma è costretto a fermarsi per il tiro micidiale delle mitragliatrici. Il battaglione, dopo aver resistito a C. Zensonati ed a C. Calion nella nottata, sostituita da un riparto del 217°, raggiunge Cavriè. Poco prima della mezzanotte, il III/272°, con decisi contrattacchi, riesce ad aprirsi un varco tra i riparti accerchiati ed a raggiungere le posizioni occupate dal 4° bersaglieri. Nello stesso tempo pattuglie nemiche superato il Meolo tra Villanova e molino Nuovo, tentato l'aggiramento di C. Marcon che viene prima abbandonata, poi ripresa. Riordinati i riparti, i nostri con attacco travolgente, oltrepassano C. Marcon e, gettatisi sui nemici che avevano passato il Meolo, li ricacciano al di là del fiume. Il 19, la lotta continua serrata, dopo violenti corpo a corpo i fabbricati di molino Nuovo tornano in nostro pieno possesso. Nel pomeriggio la situazione si fa nuovamente difficile. Il caposaldo di C. Martini ha ceduto. Per prevenire eventuali sorprese viene costituito un fianco difensivo da riparti del 281° e del 271° sostituiti, sulla linea del Meolo, dai superstiti del II/272°. Il 22 giungo, la "Potenza", mentre continua l'attività degli elementi avanzati, rilevata dalla "Foggia" raggiunge la zona di Pero. Per l'esemplare contengono tenuto durante la battaglia ed a premio dei grandi sacrifici, la brigata, che ha perduto 79 ufficiali e 2511 gregari, viene citata sul bollettino di guerra del Comando supremo e le Bandiere sei suoi reggimenti sono insignite della medaglia d'argento al valor militare. La riorganizzazione dei riparti procede rapida. Rinsanguate le file, rinnovati i quadri, i reggimenti si portano nella zona di Biancade per occupare, il 15 luglio, il settore della "Macerata" sul Piave. Il 4 agosto la brigata è a riposo a Rovarè per tornare nelle notti sul 24 e 25 sull'argine di S. Marco. Il 14 settembre, ceduta alla "Ionio" la linea, accantona fra S. Pietro Novello, C. De Mollo, Biancade e vi ritorna il 3 ottobre. Per l'imminente offensiva, il 24 ottobre, il 271° è dislocato lungo la strada Caseria, Trevisetto, C. De Mollo; il 272° a Biancade, il primo in riserva di corpo d'armata il secondo di divisione. Il 31, i reggimenti lasciano l'argine regio e di S. Marco e passano il Piave al ponte di Salgareda, seguendo la strada a sinsitra di S. Donà e di dirigono su oderzo. Il 4 novembre, la brigata viene raggiunta dall'armistizio "Badoglio" a Villanova sulla Livenza.
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"Nella giornata di ieri la 3a Armata ha sostenuto il poderoso sforzo nemico con l'usato valore. Di fronte a Maserada e a Candelù rinnovati tentativi di stabilire nuovi sbocchi sulla destra del fiume sono stati sanguinosamente respinti. Da Fossalta a Capo Sile la lotta ha imperversato fierissima e senza posa. Formidabili attacchi nemici si sono alternati con nostri contrattacchi; inizi di vigorose avanzate sono stati frantumati dalla nostra resistenza o arrestati da nostre azioni controffensive. La lotta ha sostato soltanto a tarda notte, le valorose truppe dell'Armata sono state strenuamente provate, ma l'avversario non ha potuto aumentare la breve profondità della fascia entro la quale da quattro giorni il combattimento imperversa. 1550 prigionieri sono restati nelle nostre mani. Gli aviatori hanno continuato a prodigarsi instancabili intervenendo efficacemente nella battaglia sotto la pioggia dirotta. Sul margine settentrionale del Montello rinsaldammo la nostra occupazione sul fiume fino a Casa Serena. Nel pomeriggio il nemico, dal saliente nord-orientale del monte, sferrò due attacchi in direzione di sud-ovest e di sud-est: il primo venne nettamente arrestato ad oriente della linea Segnale 279-nord-est di Giavera; il secondo fu contenuto immediatamente a sud della ferrovia S. Mauro - S. Andrea. Nella regione del Grappa respingemmo attacchi parziali nemici ed eseguimmo riusciti colpi di mano. Venne preso un centinaio di prigionieri. In fondo Val Brenta e ad oriente della Val Frenzela puntate nemiche furono prontamente arrestate. Al margine orientale dell'Altopiano di Asiago truppe nostre strapparono all'avversario il Pizzo Razea e le alture a sud-est di Sasso prendendovi circa 300 prigionieri; riparti nostri e del contingente francese attaccarono fortemente, guadagnando terreno, il Costone di Costalunga e vi catturarono alquanti nemici. Numerosi altri prigionieri vennero fatti più ad occidente da truppe britanniche. Il contegno delle truppe nostre ed alleate nella battaglia è ammirevole. Dallo Stelvio al Mare ognuno ha compreso che il nemico non deve assolutamente passare; ciascuno dei nostri bravi che difendono il Grappa ha sentito che ogni palmo dello storico monte è sacro alla Patria. Per le grandi giornate del 15 e del 16 giugno e per l'attacco al Tonale del giorno 13, fallito tentativo d'inizio dell'offensiva nemica, meritano speciale menzione ad esponente di tutti gli altri riparti: la 45a divisione di fanteria, le brigate di fanteria Ravenna (37°, 38°), Ferrara (47°, 48°), Emilia (119°, 120°), Sesia (201°, 202°), Bari (139°, 140°), Cosenza (243°, 244°), Veneto (255°, 256°), Potenza (271°, 272°); la 6a brigata bersaglieri (8°, 13°); il 78° reggimento di fanteria francese e particolarmente il primo battaglione; i reggimenti britannici Northumberland Fusiliers, Sherwood Foresters, Royal Warwick, Oxford and Bucks Light Infantry; il 13° reggimento di fanteria italiano (brigata Pinerolo); il 117° (brigata Padova); il 266° (brigata Lecce); il 2° battaglione del 108° fanteria francese; il 9° reparto d'assalto, i battaglioni alpini M. Clapier, Tolmezzo e M. Rosa e la 178° compagnia mitragliatrici. A tutte le artiglierie nostre ed alleate spetta particolarmente il vanto di avere spezzata la prima foga dell'assalto nemico. Speciale onore va reso alla 7a e 8a batteria del nostro 56° reggimento da campagna che, restate imperterrite sul Col Moschin circondato, si opposero al nemico sopra un'unica linea nella quale, a lato dei cannoni, artiglieri e fanti gareggiarono in bravura". Generale DIAZ.
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