Dalle sedi di Bologna e di Modena la brigata raggiunge, il 27 maggio, Castelfranco Veneto, Resana, S. Mauro. Il giorno successivo si raccoglie nella zona Straelle di Borgoricco - Camposanpiero ed il 4 giugno, trasferitasi a S. Maria di Camisano, completa il periodo di allenamento e di istruzioni già precedentemente iniziato (47a divisione). Ivi permane fino al 22, ed in tal giorno si sposta per raggiungere Cismon accampando nelle vicinanze di Belvedere. Il 4 luglio, destinata nella zona di Cividale parte, per ferrovia, dalle stazioni di Bassano e di Cittadella ed il giorno successivo è raccolta tra Borgo S. Mauro - Borgo Viola da dove un successivo ordine la trasferisce, l'11, a S. Pietro al Natisone. Iniziata la battaglia di Gorizia, la "Campobasso" è chiamata a concorrervi e portatasi, il 4 agosto, a Villanova dell'Indrio raggiunge con successivi trasferimenti Subida, Sneztano, S. Martino, Quisca, ed il giorno 9 Rio Molino, sostando sulle pendici occidentali del M. Sabotino. Passata alla dipendenza della 45a divisione concorre alle operazioni per l'occupazione di M. Santo - Selletta di Dol - San Gabriele. Le è assegnato il compito di passare l'Isonzo, per la passerella di S. Mauro, e di procedere dapprima alla conquista di q. 227, quindi avanzare fino al costone che da q. 343 scende all'Isonzo fin a q. 59. Deve inoltre sfruttare gli eventuali successi della brigata Pescara che opera sulla destra attaccando il tratto di fronte: q. 615 - selletta di Dol. Nello stesso giorno 9, infatti, la brigata inizia la marcia di avvicinamento per la strada C. Abete - Villa Vasi - S. Mauro, passa l'Isonzo, ma, sopraggiunta la notte, è costretta a sostare sulla sinistra del fiume. All'alba del giorno successivo, muove risolutamente verso gli obbiettivi e, benchè sottoposta a violento tiro d'artiglieria, riesce ad avanzare e ad occupare le posizioni avversarie. Continuando l'intenso fuoco d'artiglieria essa sosta sulla fronte raggiunta, ma alla sera, ripresa l'azione, prosegue nella sua avanzata e, nella notte sull'11, mentre il II/229° riesce ad impadronirsi di q. 280 e del costone fra detta quota e la sella di Dol, il 230° estende la sua occupazione verso l'Isonzo (q. 59). Il giorno successivo, data la forte resistenza nemica, l'attacco al M. Santo viene sospeso e la brigata è costretta a ripiegare alquanto dalla linea raggiunta per collegarsi a destra con i riparti della "Pescara" arrestati dalle difese nemiche sulle pendici del Veliki Ilrib. Dalla nuova linea occupata, la brigata asseconda l'azione svolta dalla "Benevento" che ha sostituito la "Pescara" nei ripetuti attacchi contro S. Caterina. In questi giorni la "Campobasso" sostiene, nelle posizioni occupate, e che saldamente mantiene, incessante fuoco d'artiglieria che le produce gravi perdite (31 ufficiali e 868 militari di truppa). Nei giorni successivi, passata alla dipendenza della 10a divisione, provvede con lavori di rafforzamento a rendere più solida la linea estesa fino al Val Cava, svolge frequenti azioni di pattuglie ed alterna i propri riparti fra la prima linea e la zona più arretrata. Verso la metà di settembre concorre dimostrativamente all'azione svolta dalla brigata Ionio, contro le posizioni di S. Caterina, rilevandone un battaglione dislocato sulla sinistra dell'Isonzo a difesa di Salcano. Nell'ottobre estende la sua fronte fino al Sabotino e sulla riva destra dell'Isonzo, tra le qq. 412 - 535, sostituendovi la brigata Ionio. Nella notte sul 4 dicembre il nemico attacca in forze le qq. 343 nord e sud, ma il pronto intervento dei difensori vale a respingerlo nettamente. A presidio della consueta fronte, la brigata trascorre il resto del mese.
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Fino al maggio la brigata si alterna in prima linea con la "Ionio" sulle posizioni fronteggianti S. Caterina. Dalla zona di riposo in Val Penmica: (Podsabotino - Marmorie) invia, alternativamente, un battaglione a difesa del Sabotino, fra q. 412 e S. Valentino. Alla 10a battaglia dell'Isonzo (12 maggio - 8 giugno) partecipa con la 10a divisione che ha il compito di conquistare la linea M. Santo - S. Gabriele. Alla brigata viene affidata l'occupazione della sella di Dol e di M. Santo. Essa vi concorre con due colonne: una principale (229°) che da Cima Verde (Sabotino) - Rotabile di Dol, puntando sulla Sella, deve impadronirsi di M. Santo e delle sue pendici nord - orientali; una sussidiaria (230°) che dalla fronte Isonzo - Rotabile di Dol, deve puntare al Convento, sulla vetta del M. Santo, provvedere alla protezione del suo fianco sinistro, e facilitare l'avanzata del II corpo d'armata. Il 14 maggio, le colonne irrompono dalle proprie posizioni e con ardimento su lanciano verso i rispettivi obbiettivi: il III/230°, per il fondo valle dell'Isonzo, raggiunge sollecitamente la mulattiera che dalla strada di Zagora, sotto q. 287, risale il versante di M. Santo; il II/229° si porta immediatamente ad ovest del risvolto della strada di Dol in prossimità di q. 287, mentre il I/229° raggiunge la q. 280 a nord di Kamarca. L'avanzata delle due colonne è seriamente contrastata da incrociati e precisi tiri di artiglieria che, fin dall'inzio, producono serie perdite. Malgrado ciò, mentre i battaglioni del 229° trovano un ostacolo insormontabile nella organizzazione difensiva nemica, e nelle micidiali raffiche di fuoco, la colonna del 230°, pure essa momentaneamente arrestata dalle mitragliatrici in caverne, riprende l'avanzata verso il suo obbiettivo e sferra l'attacco al M. Santo. Il III/230°, con mirabile ardimento, penetra e conquista le trincee avversarie catturandovi prigionieri e materiali. Sulla posizione raggiunta resiste eroicamente ai ripetuti contrattacchi ma, poi, minacciato d'accerchiamento è costretto a ripiegare sul rovescio del monte. Il 16 maggio, il 230°, in concorso di riparti della "Palermo" ritenta l'attacco, ma le prime ondate urtano contro robuste difese e, falciate dalle mitragliatrici, invano tentano d'aprirsi un varco per riconquistare il terreno perduto. Il 17, causa le perdite sofferte, il 230° viene ritirato dalla prima linea ed inviato per riordinarsi a Marmorie, mentre il 229° resta a presidio delle posizioni in precedenza conquistate. Il 20 viene nuovamente tentato l'attacco a M. Santo ed il 229° ha il compito di sostenere l'azione svolta dalla brigata Palermo che punta verso il Convento. Anche questa volta lo sforzo compiuto non è coronato da successo: la resistenza avversaria è così tenace da non permettere all'attaccante sensibili progressi. Alla sera il reggimento viene ritirato sulle posizioni di partenza. Il 25 maggio, anche il 229° viene inviato a riposo e così tutta la brigata si riunisce a Pubrida da dove prosegue, lo stesso giorno, per la zona Buttrio - Manzinello - S. Lorenzo, per un nuovo periodo di riposo e di riordinamento. Il 1° giugno, destinata sull'altopiano di Asiago, si porta per via ordinaria a Mestre e per ferrovia raggiunge Carpané dislocandosi nella zona S. Nazario - Cismon - Solagna. Il 7, la brigata inizia il suo trasferimento in autocarri e raggiunge le pendici orientali di M. Magari accampandosi. L'11 giugno, si sposta in val Gozzo e a Busa di Wolf, ove i suoi riparti vengono impiegati in lavori stradali. Il 24 giugno, passata alla dipendenza della 21a divisione, inizia lo spostamento per val Capra, per attendere alle consuete istruzioni. Il 6 luglio, chiamata in prima linea, iniza il suo trasferimento per rilevare, il 9, la brigata Sassari nelle pendici di M. Zebio (25a divisione). Quivi i suoi riparti si alternano in turni di linea e di riposo, svolgendo azioni di pattuglie ed eseguendo lavori di rafforzamento sulla fronte occupata. Il 24 luglio, sostituita dal 5° reggimento bersaglieri, si porta nella zona di riposo a Val Capra, ove permane fino al 15 agosto, nel qual giorno, destinata nuovamente alla fronte isontina, si muove, per ferrovia, dalla stazione di Carpané alla volta di Cividale che raggiunge il 17, accampandosi nella zona di Ponte di S. Quirino. Il 24 agosto tutta la 25a divisione inizia la marcia per portarsi sulla sinistra dell'Isonzo. La "Campobasso" raggiunge in tal giorno la valle dell'Indrio, nella zona tra Miscek e Podresca, il 25 quella di Debenje, ed il 26 per la strada Golievo - Lozice, passata sulla sinistra dell'Isonzo, sosta tra Descla - Britof - Globua per proseguire nello stesso giorno, attraverso la valle Rohot, alla volta di M. Santo - Vallone a nord di Gargaro (8a divisione). Occorre in questi giorni sfruttare i successi conseguiti colla conquista di M. Santo ed attraverso Foca, Zagorje, Ravnica premere sul rovescio del S. Gabriele e determinarne la caduta. Il 29 agosto, il 229°, concorre, con i riparti della brigata Forlì, all'attacco di q. 367, ma la tenace resistenza nemica non cede alla nostra pressione. Il 30 tutta la brigata è in linea nel settore Zagorie - Dol, ove ha sostituito la "Forlì" e opera su due colonne, poste alla dipendenza della brigata Avellino, il 230° sulla sinistra verso il quadrivio di q. 476, Osteria, q. 558, strada di Ternuova; il 229°, sulla destra, verso il trivio di q. 441 (Ravnica). Avanzando sotto vivissimo fuoco, le due colonne riescono ad oltrepassare le prime difese nemiche, ma ben presto aarrestate dal fuoco delle mitragliatrici, dopo aver subite ingenti perdite, devono sostare sulle posizioni raggiunte. L'azione, benchè ritentata con uguale vigore, non ottiene sensibili risultati e viene quindi sospesa. Il 3 settembre, la brigata, sostituita dalla "Treviso", si porta nella zona più arretrata nel vallone a nord di Gargaro, ove l'8, rilevata dalla "Forlì", si trasferisce in valle dell'Indrio, nei pressi di Bodigoi per riordinarsi e riposare. Il 22 settembre, passata alla dipendenza della 68a divisione, riceve da questa ordine di trasferirsi nel vallone Gorenje - Vas ove giunge al mattino seguente. Alla sera la brigata riprende la marcia per portarsi sull'altopiano della Bainsizza, oltre Vrh, nella zona compresa fra Ossoinca - Oscedrih (10a divisione), ed il 26, sostituisce in prima linea la britgata Verona nel settore di Volnik (da q. 895 - pendici Zgorevnice - q. 862). Il 29 settembre la "Campobasso" partecipa ad una azione in appoggio a quella svolta sulla destra da riparti del II corpo d'armata. Essa attacca le pendici nord - occidentali dello Zgorevnice (q. 878), ma la viva reazione avversaria consente lievi vantaggi. Il I/229° riesce a portarsi sotto le pendici occidentali dello Zgorevnice ad alla selletta fra detto monte e la posizione detta "Osso di morto". Ripetutamente viene tentato l'attacco per raggiungere l'obbiettivo, ma il risultato è negativo. Il 3 ottobre, la brigata, sostituita dalla "Sassari", passa, quale riserva di corpo d'armata, nella zona arretrata verso le pendici sud occidentali dell'Oscedrih per assumere nuovamente, l'11 ottobre, la difesa della consueta fronte. All'inizio dell'offensiva austro - tedesca la "Campobasso", dopo aver tenacemente resistito alla pressione nemica, ripiega ordinatamente, nella notte sul 25, sulla linea Oscedrih - Slemo da q. 856 esclusa a q. 801 dello Slemo. L'avversario, che non si è accorto del ripiegamento, apre al mattino del 25, violento fuoco contro le vecchie posizioni tenute dalla brigata e quindi inizia il movimento di discesa verso il piano e pur ostacolato nella sua avanzata, dal nostro fuoco, riesce a superare le pendici dello Slemo e ad occupare la q. 801, ma i riparti della "Campobasso" con un felice contrattacco ne ristabiliscono il possesso. Causa gli eventi dei riparti laterali, alla sera del 25, la brigata inzia anch'essa il ripiegamento verso l'Isonzo, in direzione di Plava, ove giunta prosegue per Vercoglia e quindi per cavallo dell'Indrio per arginare eventuali incursioni provenienti da Cormons. Alla sera tutta la brigata viene radunata presso il ponte di Visinale, costituendo, con la 10a divisione, retroguardia del XXII corpo d'armata. Il 29 ottobre prosegue per Lanzacco e Risano ed alla sera riprende la marcia per raggiungere Villacaccia che tenta occupare di sorpresa, poichè già in mano al nemico, ma la stanchezza delle sue truppe e la reazione avversaria impediscono il successo. Nella notte essa riprende il movimento retrogrado verso il Tagliamento che passa al ponte di Madrisio. I suoi riparti dapprima si riuniscono a S. Vito e a S. Giovanni di Casarsa, quindi si portano a Domanins. Il 4 novembre passa il Piave, e con successivi trasferimenti, raggiunge Guarda (Montebelluna), Piombino Dese, Arsego, Montegalda, Villafora, Conselve, Bagnoli. Il 21 novembre è raccolta nella zona Solesino - Vescovano ed il giorno successivo la brigata viene disciolta.
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229° Regg. Fanteria: Ufficiali, n. 5 - Truppa, n. 3.
230° Regg. Fanteria: Ufficiali, n. 18 - Truppa, n. 3.
229° Regg. Fanteria, Ufficiali e militari di truppa, n. 6
230° Regg. Fanteria: Ufficiali e militari di truppa, n. 14.
COMANDANTI DELLA BRIGATA. |
Magg. gen. DIOTAIUTI Roberto, dal 27 maggio all'8 settembre 1916. Col. brig. REYNAUD Alberto, dal 9 settembre 1916 al 13 gennaio 1917. Brig. gen. BATTAGLIA Angelo, dal 28 gennaio al 28 maggio 1917. Col. brig. PIRAINO Antonio, dal 29 maggio al 28 agosto 1917. Magg. gen. POLVER GAETANO, dal 6 ottobre al 22 novembre 1917.
COMANDANTI DEL 229° REGGIMENTO FANTERIA. |
Colonnello BOINAGHI Augusto, dal 27 maggio 1916 al 10 gennaio 1917. Colonnello MARICONDA Enrico, dal 10 febbraio al 17 maggio 1917. Colonnello CASTELFRANCO Ettore, dal 20 maggio al 12 settembre 1917. Colonnello BOSCA Umberto, dal 13 settembre al 22 novembre 1917.
COMANDANTI DEL 230° REGGIMENTO FANTERIA. |
Colonnello BARBIERI Giuseppe, dal 6 giugno 1916 al 24 agosto 1917. Ten. colonnello PETRI Mario, dal 25 agosto al 22 novembre 1917.
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