Armi singolari dalla Grande Guerra: Le Freccette
Fra le risorse belliche più particolari del primo conflitto mondiale, una menzione speciale la meritano senz'altro le fléchettes dei biplani.
Letteralmente "freccette", questi dardi distribuivano panico e terrore sul fronte tedesco. La loro forza consisteva nel riuscire a perforare un elmetto nemico trapassandolo, o anche parti del corpo, ma la loro efficacia era chiaramente legata anche e soprattutto al grado di esposizione del nemico. La loro efficienza era quindi maggiore se sganciate ad esempio al di sopra di trincee e rifugi.
Le flechettes furono prerogativa del Royal Flying Corps (RFC) britannico e dell'Aeronautique Militaire francese nel biennio inaugurale della guerra. Dal 1916 circa, iniziarono ad essere sostituite dalle più moderne e potenti bombe, che caratterizzeranno tutta la seconda guerra mondiale. Proprio l'aspetto etico di queste armi, specialmente della loro modalità di uso, fu spesso messo in discussione dagli stessi piloti, non tutti favorevoli a questa pratica, che in particolari condizioni non concedeva la minima possibilità di difesa al nemico. Nonostante, va anche detto, la loro precisione fosse messa in secondo piano. Una "deriva etica" che venne però superata con l'avvento, di lì a poco, delle bombe aeree.
Le freccette venivano stipate in una scatola insediata all'interno della fusoliera degli aeroplani, in lotti da circa 500 pezzi l’uno, e rilasciate dal pilota di turno grazie ad un sistema a cordicella. Quanto alla loro presenza storica certificata, furono certamente utilizzate nel corso della battaglia di Mons del 23 agosto 1914, in quella che fu la prima apparizione del British Expeditionary Force inglese, in uno scontro strategicamente essenziale, per arginare la "forza d'urto" tedesca portata dall'ambizioso Piano Schliefflen. Il loro è un contributo storico quindi non marginale, anche se dopo la prima guerra mondiale di fatto scompaiono dalla circolazione.